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Occhi tesi e forchette al rovescio

Good morning my friends! Così inizia la mia Domenica fuori dal coro. Una giornata di Ottobre, uno di quei pomeriggi da trascorrere sul divano a guardare quei talk show da quattro soldi che la tv di stato ci passa subito dopo pranzo, con il rischio di subire una brutta indigestione e non per il "castrato" domenicale, ma per la marea di cazzate che puoi ascoltare da gentaglia pagata con i nostri soldi. Esci di casa e vai a trovare i fratelli del Gambia. Una settimana a Totari (frazione di Alife, paese in provincia di Caserta) e già li sento parlare italiano. Entro e all'ingresso trovo Alpha, un ragazzo gracile e con gli occhioni neri. Mi fa accomodare nel salotto dove sono seduti tutti gli altri ragazzi. Saluto Patrizia, Diego e Sergio, i tre cooperanti che aiutano i migranti nella struttura. Oggi mangiano tutti insieme, come una vera famiglia. Patrizia ha cucinato la pasta al forno per tutti. Diego le da una mano a sistemare in cucina e Sergio con l'aiuto dei ragazzi ha apparecchiato la tavola. Scambio due parole con Bamba, un giovanotto dai rasta naturali molto spigliato. Prova a parlare in italiano e in qualche modo si fa capire. Da una settimana Sergio gli sta insegnando l'italiano e qualche parola in dialetto napoletano. La pasta è pronta! Patrizia ci invita a prendere posizione a tavola. Un profumo intenso arriva dalla cucina e vedevo già i ragazzi sfregiarsi le mani sotto al tavolo. Oggi di sicuro mangeranno. Finalmente. Si accomodano tutti e i piatti sono in tavola. Sono distanti dal tavolo ed il piatto e lontano dal corpo. Prendono le forchette e le stringono forte, quasi come se fosse un tesoro. Fissano il piatto come se contenesse pepite d'oro. Infilano le prime forchettate e con quella enorme bocca iniziano ad assaporare la buona cucina italiana. Abbassano gli occhi e consumano il loro pasto domenicale. Nelle loro mani ho visto la fame e il riscatto. Ogni morso era un calcio alla povertà, un gustoso riscatto che le loro vite dimenticate attendevano da tempo. Si alzano dalla tavola e ripuliscono tutto. Sergio li ha educati fin dal primo giorno. Qualcuno gioca, qualcuno guarda la tv e qualcuno si spegne lentamente nel ricordo dei propri cari. Ibrahim è un ragazzo spigliato, per i suoi connazionali irriverente. Lui è uno di quelli che si spegne. E' stato frustato in Libia senza un motivo. Sayo non sente da 2 mesi sua madre. Accascia la sua testa e pensa. Vorrei capire cosa gli dice la sua testa. Un giorno lo scoprirò. Una Domenica fuori da coro, una giornata silenziosa e di poche parole . Sono sicuro che nelle teste di questi ragazzi ci sono delle orchestre inquietanti che andranno via solo grazie a noi. Provarci non costa nulla.

Una gran bella Domenica.

Ricomincio da me? No!

Tranquilli...non sono sparito, ero solamente in missione. La vita spesso ci riserva delle sorprese che ti lasciano basito, attonito e spesso impietrito. Ci sono sorprese che ti fanno gioire e arricchire il bagaglio culturale. Ho avuto la bellissima esperienza di collaborare con un centro di accoglienza per i richiedenti asilo politico. Ho incontrato tanti ragazzi, ho ascoltato tante storie e asciugato tante lacrime di ragazzi più piccoli di me. Hanno avuto solo "il dono" di essere nati nella parte sbagliata del Mondo. Occhi tondi, grandi come il mondo, quel mondo che gli ha negato un'infanzia normale, quelle mani piene di calli e smagliature, come quei solchi di terra lavorati in Gambia e in Ghana. Frustate sulle spalle, come i remi battono sulle acque del mediterraneo. Quel sorriso di speranza, la speranza di chi ha perso un genitore, un fratello e una sorella nel cimitero più grande d'Europa. La mia vita si è movimentata e ho scoperto di avere tanti fratelli di tante nazionalità. Il mio istinto mi porta a difenderli, a trattarli bene e a rispettarli. Il mio inglese lascia a desiderare. Orrori di comunicazione a volte non lasciano scampo: "c'è da studiare"!  Vado a Milano per lavoro e compro il vocabolario da viaggio per l'inglese. Torno e subito mi metto all'opera. Parlo con i fratelli africani quasi come un comico della Mediaset, l'importante è farsi capire. Per ora ci capiamo molto bene. Proverò a farmi capire meglio affinché la loro vita diventi migliore. Con o senza uno smartphone.